martedì 7 dicembre 2021

HIDEKO MIZUNO · 水野英子 | mangaka

Classe 1939, madame Hideko Mizuno è stata la pioniera dello shoujo manga, scopre molto presto il manga: all'età di 8 anni legge "La nuova isola del tesoro" di Osamu Tezuka e il suo manuale Manga Daigaku che insegna le basi del manga, grazie a questi due libri, prese come modello Tezuka e decise di diventare una mangaka Dal 1952 partecipò regolarmente alle competizioni organizzate dalla rivista mensile Manga Shōnen presieduta dallo stesso Tezuka e sebbene il suo lavoro non fosse mai accettato, i suoi sforzi non passarono inosservati: ricevendo una menzione d'onore e l'attenzione dell'editore Akira Maruyama della Kōdansha. Nel marzo del 1955, quando stava per lasciare la scuola per lavorare, riceve una lettera con una richiesta per una tavola e due illustrazioni per la rivista Shōjo Club. Il suo primo manga pubblicato nel 1955, prefigura il resto della sua carriera: la storia racconta di una giovane ragazza e i suo pony e, mentre l'editore Maruyama si aspettava un manga sentimentale, con un'eroina sensibile e fragile, nella norma delle produzioni della rivista, Mizuno realizza un manga ispirato ai film western con un'eroina maschiaccio. Sebbene l'opera non corrispondesse a quanto richiesto, ottenne la pubblicazione. 
Nel 1956 si trasferisce a Tokyo, dove conosce Tezuka, decidendo di diventare mangaka a tempo pieno. L'anno seguente pubblica la sua prima serie, Gin no Hanabira, con successo. Nel 1958, invitata da Tezuka, si trasferisce solo per un anno nell'appartamento di Tokiwa-sō, dove vive e lavora con i due autori Shōtarō Ishinomori e Fujio Akatsuka, insieme ai quali firma due manga collettivi per la rivista Shōjo Club sotto lo pseudonimo di U.MIA . Imparare tecniche e segreti del manga grazie alla vicinanza con maestri come Shotaro Ishinomori e Fujio Akatsuka a Tokiwa-so ...lo stesso edificio evoca ricordi e la nostalgia di un tempo passato che, ahimè, non tornerà più. 



da sinistra Shotaro Ishinomori seduto, alle sue spalle Osamu Tezuka, seduti al tavolo il duo Fujiko Fujio.


Il Tokiwa-so, anticamente situato a Shiina-cho nel distretto di Toshima, (attualmente Minami-Nagasaki), è stato un leggendario residence dove hanno convissuto e trascorso la loro gioventù Osamu Tezuka e altri maestri del manga modernooggi l'edificio originale non esiste più, smantellato nel dicembre del 1982, è stato ricostruito con certosina dedizione e come museo dal 2020 è visitabile:
scale scricchiolanti che dall'ingresso portano al primo piano, tutto com'era negli anni '50, una cucina comune e un bagno si trovano ai due lati di un corridoio lungo il quale sono allineate le stanze, lo spazio ridotto (4 tatami e mezzo di superficie) e la presenza di utensili per disegnare e di oggetti di uso quotidiano permette ai visitatori di rivivere le condizioni di vita dei mangaka dell’epoca. 









riproduzione della camera della Mizuno a Tokiwa-so.


La Mizuno nel mezzo del Giappone, che anelava a diventare una potenza economica, si ritrova circondata dal maschilismo che ancora non è pronto a quella parità del sessi, una storia che sessant'anni dopo, non è così diversa culturalmente e socialmente anche a migliaia di chilometri di distanza, perché, l'ostinazione dell'uomo pronto a prevaricare e sottomettere non ha di fatto, mai fine. Coraggiosamente, sin dal suo debutto, armata del suo pennino e dei suoi fogli, la Mizuno, mette in atto, quella sottile e silenziosa rivoluzione che, come la goccia sulla dura pietra erode ogni difesa e sistematicamente riesce a portare piccole ma decisive vittorie.
Introducendo per la prima volta una stile dinamico nella disposizione delle tavole, si allontana da quello cinematografico introdotto da Tezuka che aveva di fatto già rivoluzionato il modo di fare fumetti. Nelle sue opere, anticipa temi d'attualità e dinamiche sociali e culturali, che passando attraverso il genere shoujo, ritenuto inferiore per interesse e impatto allo shonen, costruisce le fondamenta per la futura rivoluzione del Gruppo 24. La Mizuno acquisisce gli strumenti per fare proprio un ruolo che negli anni del suo debutto era ad appannaggio di autori maschili, ovviamente un terreno pieno di tabù, in cui le veniva richiesto di ridisegnare le mani di uomini e donne che si toccavano perché non era permesso esplicitare il desiderio sessuale o anche solo l'idea dello stesso, nelle pagine di un manga. Come molti suoi colleghi, i primi lavori sentono stilisticamente l'influenza di Tezuka, ma, riesce a far evolvere e ad esprimere un concetto desueto fino allora: far parlare i personaggi femminili con un'identità nuova che immediatamente e con grazia conquista il plauso della critica e delle lettrici.





"Il rapporto tra uomini e donne nelle opere manga fino a quel momento era una vaga sensazione che la principessa guardasse il principe e dicesse: "Oh, è meraviglioso." - volevo disegnare una storia d'amore di Hollywood, una grande storia d'amore come "Sansone e Dalila" e "Aida". Dopo aver letto da ragazza, i libri sulla mitologia norrena, infonde questi elementi in Hoshi no Tategoto del 1960, un dramma storico che prende gli elementi classici: la faida tra due regni, la storia d'amore tra una principessa, Linda una dea reincarnata e un cavaliere, Julius suo antico amore, miscelando battaglie, l'avventura, miti e leggende, intrighi e vendette come fosse un feuilleton. Disegnati da numi tutelari quali Osamu Tezuka, Shotaro Ishinomori, Tetsuya Chiba e Mitsuteru Yokoyama e fino a quel momento, gli shoujo si affrancano da una visione maschile e con un'introspezione femminile che restituisce quel pathos, quel "friccicore" di ansietà e magia nell'aria stasera... Nel 1969, gli editori sperimentarono la pubblicazione del manga nel formato Tankōbon e il suo manga Hoshi no Tategoto, fu selezionato vendendo più di 10.000 copie, un successo per l'epoca. 
Nel 1963 inizia la pubblicazione di Shiroi Troika: lo scenario si sposta nella Russia alla fine del XVIII secolo, durante una fuga il conte Fyodor e sua moglie Anna, grande cantante d'opera, vengono fucilati a morte perché rei di aver protestato contro lo zar. La loro unica figlia Rosalinda, si salva, cresciuta come figlia di una coppia di contadini.






Rosalinda, crescendo incontra Rostov, maestro di canto, che rimane impressionato dal suo talento; decide di fuggire dalla casa dove lavora come cameriera, per diventare una cantante. Sulla strada per Pietroburgo, Rosalinda incontra il conte Leo Constantin in una taverna che le dà i soldi per viaggiare. Nonostante i sogni, una volta giunta, la ragazza si ritrova a lavorare in una taverna, dove rincontra di nuovo Leo che la porta nella sua villa e la aiuta a diventare una signora elegante. Come da tradizione, il conte è legato da un fidanzamento deciso dai genitori, mentre Rosalinda viene ammessa all'Accademia di canto, il ritrovato maestro Rostov riconosce il pendente al collo della ragazza. Constantin annulla il fidanzamento ma Natalia riferisce allo zar, che lo stesso è in realtà è il famoso rivoluzionario "Falco Nero" e vuole attentare alla sua vita...
Colpi di scena, rivelazioni, come vuole la tradizione del romanzo storico d'appendice non tolgono freschezza a quest'opera in cui la Mizuno profonde il suo stile caratteristico, con abiti disegnati squisitamente, diventando la prima mangaka ad esprimere il personaggio attraverso l'abito ma anche il primo manga per ragazze in un contesto storico, diventando la pietra angolare del manga storico che seguì (per le tavole sopra, si ringrazia Bishoujo Scans che hanno tradotto il manga in questione e un sacco di splendidi manga inediti).

Broadway no Hoshidebutta sul settimanale Margaret n. 38, nel 1967 e racconta di Sue, una ragazza che sogna di fare l'attrice di teatro; dopo aver perso anche la madre con cui è cresciuta, parte per New York da sola per realizzare il suo obiettivo. Il momento storico, in cui è stato disegnata l'opera, si intravede nella denuncia alla lotta contro la discriminazione dei neri e l'ondata di diritti sollevati nel mondo. 



La dimostrazione della bravura della Mizuno che attraverso la parabola della ragazza bella, talentuosa e desiderosa di conquistare il mondo, ci invita a seguire l'ascesa di Sue dai suoi primi passi nel paesello dove risiede e l'arrivo nella città dei grattacieli, le dure prove che deve superare, i guai e le nuove amicizie e inimicizie, i drammi personali, tutto questo con una manualità che al tratto morbido e sinuoso, desueto oggi al pubblico desideroso di virtuosismi, sublima con i temi del genere che, per inciso, si ritrovano in ogni pagina, ricordando quei 'best seller' romanzati, qui pieni di freschezza e delicatezza. Accanto alla trama tipicamente shoujo la Mizuno inserisce elementi partecipivi come la boxe e il crimine organizzato ma la cosa più notevole è quanto si occupi pesantemente delle questioni razziali. Sue scopre che suo padre è nero (e convenientemente un produttore di Broadway!) e poi sperimenta con la colorazione della propria pelle, che è un punto della trama che sarebbe davvero offensivo ora, ma nel Giappone degli anni '60 sembrava progressista.





Sue vive il dramma di essere quindi una giovane ragazza meticcia che vuole l'amore, il successo e l'affetto di un padre ritrovato. D'altronde, far sognare il giovane pubblico femminile, attraverso eroine emancipate, che strizzando l'occhio allo stile di vita glamour occidentale assai più libero riflettevano anche la condizione trasversale di tanti giovani e talentuosi mangaka che lasciavano la campagna e la tranquillità della periferia col grande sogno di affermarsi una volta giunti a Tokyo. Seppur romanzata, il fermento e il cambiamento culturale di ogni epoca, sopratutto in un Giappone così coinvolto dal recente passato del secondo conflitto mondiale, tessuto proprio di un'intera generazione, trovavano un ideale sfogo nei manga seppur timidamente.  


Del 1966 è lo shoujo Honey Honey no Sutekina Bouken   (da cui l'anime "I fantastici viaggi di Fiorellino" arrivato anche da noi nella prima metà degli anno ottanta).
La storia inizia nella città di Vienna nel 1907, quando la città organizza una sontuosa festa di compleanno per la sua amata Principessa Flora. La principessa intrattiene una varietà di corteggiatori da tutto il mondo che sono venuti a proporre il matrimonio. Nascosto a palazzo c'è Phoenix, un ladro di gioielli bello e soave che ha l'obiettivo di rubare la preziosa pietra preziosa, il "Sorriso dell'Amazzone", che la principessa indossa come un anello. Phoenix osserva che Flora, sebbene famosa in tutto il mondo per la sua grande bellezza, non sarebbe altrettanto bella senza il suo anello, furiosa per l'insulto, la principessa Flora lascia cadere l'anello dentro un pesce cotto e lo lancia fuori dalla finestra, per lo shock di tutti i presenti. Nel frattempo, una giovane orfana adolescente di nome Honey Honey lavora come cameriera, mentre il fato farà mangiare al suo gattino  Lily, proprio quel pesce, ingoiando così l'anello. Dal momento che la Principessa Flora ha dichiarato che qualunque dei suoi corteggiatori le restituirà con successo l'anello diventerà suo marito, inizia l'inseguimento. Phoenix raggiunge Honey e Lily e le aiuta a nascondersi dagli inseguitori, Honey continua a raccontare al bel ladro la storia di come è rimasta orfana e cresciuta in un convento, e di come ha fatto amicizia con Lily, che, come lei, è stata abbandonata. Phoenix cerca quindi di persuadere Honey a vendergli Lily, ma Honey, che ancora non sa che Lily ha ingoiato l'anello della principessa, rifiuta furiosamente e fugge. Si nascondono nel cesto di una mongolfiera, che presto decolla con Phoenix e i corteggiatori della principessa Flora ancora alle calcagna. Inizia così un'avventura in cui Honey e Lily sono inseguite da Phoenix, dalla principessa Flora e dai suoi corteggiatori in varie città del mondo, tra cui Parigi, New York, Oslo, Londra, Monte Carlo, Tokyo e Gibilterra. Lungo la strada, Honey si innamora di Phoenix e cerca di tenere Lily fuori dalle grinfie della principessa egoista e vanitosa. Alla fine, l'anello di Flora viene rimosso dal corpo di Lily, ma questa non è la fine della storia. Nel suo continuo fuggire Honey viene catturata da un popolo nomade, che costringe le giovani donne a correre a piedi nudi su una fossa di carboni ardenti per vedere se qualcuna di loro riveli il tatuaggio di una rosa sul suo piede, così Honey che sorprende tutti di averlo, si scopre essere in realtà la sorella minore di Flora, una principessa di un piccolissimo paese prussiano il cui nome in realtà è Priscilla. Ma nel manga la storia continua, Honey viene catturata dal malvagio Slag, un uomo che distrutto il regno della piccola principessa dopo aver subito un'atroce sconfitta. Porta Honey nel suo castello nelle terre desolate siberiane che riesce a fuggire solo con l'aiuto di Phoenix, dopo essere riuscito in qualche modo ad aiutare un mistico alieno con un disco volante (il che spiega in qualche modo l'evento Tunguska nel 1908). Qualche tempo dopo Honey si riunisce con suo padre, che lavora come giardiniere per alcuni aristocratici russi a Mosca. Nuovamente in fuga dall'imminente conflitto, vengono rapiti e venduti come schiavi a Costantinopoli (l'attuale Istanbul) Honey finisce nelle mani di un sultano indiano ossessionato dalla magia e per sua fortuna trova un tappeto magico....
Storia dal forte sapore europeo, ispirato al giro del mondo di Verne, piacevolissimo disegno, a tutti gli effetti un tourbillon, di avventure e colpi di scena senza pretese ma che intrattengono piacevolmente e che traino il famoso anime potrebbe essere portato finalmente anche in Italia.














Ma il fermento di una nuova epoca globale, il germe di quella rivoluzione che periodicamente si instilla e trova fertile terreno nelle minoranze, nella lungimiranza di pochi e nell'intelligenza dei dissidenti, dei discriminati, degli infelici; temi sociali dell'epoca, come la discriminazione razziale e la guerra del Vietnam, erano fortissimi e urlati insieme alle proteste per il disarmo nucleare, per il conflitto in Vietnam, tanti roghi che incendiavano i giovani contestatori ma anche la cultura hippie che da contraltare professava pace attraverso la musica: traghettati da quell'immenso evento che fu Woodstock, mezzo milione di persone per il concerto del secolo, tre giorni di musica, pace e una sfilata di grandissimi sul palco.
La Mizuno, che simpatizzava con la forte idea di Jimi Hendrix e Janis Joplin di "rompere il sistema attuale" che travolse il mondo della musica occidentale in quel momento, nel 1969, con il tema della musica rock e della contro cultura, irrompe nella scena shoujo e rompe la tradizione di storie consumate tra languore e sentimentalismo con "Fire!" serializzata su Weekly Seventeen. Davvero, nulla fu come prima.


la Mizuno durante la stesura del manga, nel 1969, vincitore del Premio Shogakukan in quell'anno.

Estremamente ambizioso, fortemente influenzato dallo "spirito del 68", è ambientato negli Stati Uniti alla fine degli anni '60 e narra la storia di Aaron che vive con sua madre, un ragazzo serio e gentile, tuttavia, un giorno viene coinvolto per errore nelle gesta di un teppista e messo nel riformatorio Senkain.  Qui rivede Wolf, di cui sopra, leader dei detenuti che protegge gli altri dai soprusi del direttore, dopo l'iniziale scontro, prende sotto la sua ala anche il giovane, sconvolgendone il destino. Ascoltando la sua voce che canta come un grido lacerato nell'anima e il suo potere forte e caldo come l'abbraccio simile a quello di una madre gradualmente attraggono il cuore solo di Aaron ma Wolf, ribelle, un giorno, saltando sulla sua moto,  infrange il suo destino da ribelle con una fine spettacolare davanti ad Aaron.
















All'età di 18 anni, Aaron inizia a lavorare in una fabbrica a Detroit, l'incontro con l'artista rock John a cui assiste per la prima volta ad un concerto dal vivo, spinge la passione, cominciando a sentire l'ispirazione necessaria per comporre e cantare le proprie canzoni come un artista. L'incontro scioccante con Marge, una cantante gitana, un lupo travestito da femme fatale lo fa bruciare di passione, tanto da dedicarle una canzone d'amore prima di vederla scomparire.
Salito sul palco, per la prima volta, incoraggiato da John, di cantare non solo per se stesso ma anche per gli altri, Aaron attrae giovani musicisti attirati da quel talento e riunitisi per formare un leggendario gruppo rock, i Fire.

Contestualizzato durante l'ascesa della musica rock in tutto il mondo, il pensiero hippie, il movimento di liberalizzazione della droga e psichedelico, il mondo dello spettacolo, il razzismo, la guerra del Vietnam,  Fire  dipinge in tempo reale il modo di vivere in cui i giovani dissidenti lottano contro l'antica saggezza comune degli adulti e del mondo alla ricerca della vera libertà e di ideali forti e altissimi, per questo facilmente assimilabili.

Appena dopo la registrazione del primo singolo, la casa discografica fallisce, ma la popolarità in ascesa della band gli permette di partecipare ad un concorso musicale nazionale, dove conoscono e si scontrano con i Black Blood e Diana Shaw una bellissima cantante ammalata di cuore, riuscendo a vincere.
Nonostante vari incidenti, che minano la solidità del gruppo, i membri aggrappati alla musica, vogliono spingere al massimo, consci dell'eco del loro successo da cavalcare.
Aaron e Diana, seppure giovani e astri nascenti, decidono di andare a vivere insieme intanto...
Di fatto Aaron è il primo protagonista maschile di uno shoujo: lungi dall'essere un principe o un eroe, ma sicuramente un'icona di quella generazione, testimone appropriato di quel contesto storico, col coraggio e l'innocenza di abbracciarlo e l'ingenuità di vivere il suo sogno. Il suo sogno di liberare le persone (e se stesso) con la sua musica, troppo alto per il suo fragile spirito. Alcuni lettori potrebbero vedere la sua ricerca della libertà come nobile, ma la Mizuno, non posso fare a meno di pensare che alla fine lo abbia punito per la sua testardaggine. Leggere la serie è come guardare un documentario degli anni '60 in cui tutto inizia alla grande e poi finisce con un sentore agrodolce.
Ad ogni modo, Fire, è diventato a suo modo un archetipo dello shoujo moderno, le innovazioni narrative e formali di Mizuno furono importanti quanto i contenuti audaci; molte pagine mostravano approcci radicalmente nuovi al layout e alla narrazione visiva, ma fu anche il primo shoujo a mostrare due innamorati a letto fare l'amore. Boom!





Durante la serializzazione di Fire! la Mizuno divenne madre single, una pioniera si era detto, che conquista storia dopo storia, un alto indice di gradimento, una popolarità crescente, nonostante a soli 33 anni, decide di portare a compimento la gravidanza, in un ambiente ancora profondamente maschilista, continuando a disegnare con una penna nella mano destra e allattando con la sinistra, confida in una sua intervista. Seguirà, un periodo ostinato, come un fuscello nella tempesta; la mangaka, allenta la mole di lavoro per dedicarsi alla maternità ed è assolutamente intuibile come l'editoria schiacciante, oggi come allora nei sui ritmi e nelle sue regole maschiliste e prevaricatrici, cerchi di tacere ogni rivoluzione gentile. In quel decennio, la Mizuno, con altre mangaka come Masako Watanabe o Miyako Maki, si rivolse a un pubblico più maturo e adulto, attraverso riviste come Seventeen, verso la fine degli anni '70 ha diversificato il suo registro creando storie di fantascienza, fantasy o di ambientazione storica, sempre per un pubblico adulto, lo sforzo di Mizuno e dei suoi colleghi ha segnato le premesse per la nascita negli anni 80 del manga josei. Di fatto, i gusti, le storie, le mangaka forse più conosciute della stessa, oggi, devono il loro ragguardevole successo all'intuito ma anche alla persistenza di questa grande signora del manga, che con le sue 82 primavere ha sapientemente cavalcato le mode, rivoluzionato le mode e con una mano elegantissima anche in anni recenti, regalato, ancora il suo talento.
Ecco, il gap di trenta lunghi anni di produzione manga ('50 - '70 ma potremmo anche allungarci agli '80) non si possono colmare con una manciata di titoli e la firma di pochissimi autori, oggi amati ma, cristallizzati e purtroppo identificati da un pubblico italiano più maturo come un' (ica) alternativa a letture finalmente diverse, finalmente di contenuto, piuttosto che titoli adolescenziali che hanno già un sapore retrò seppure gradevoli. E la storia si ripete: le donne anche qui, nel suddetto spazio della qualità, dell'importanza che hanno avuto nell'industria del manga, anche qui, in Italia, arrivano sempre dopo. Moto Hagio, Keiko Takemiya, fra tutte testimoni, del ridicolo déjà vu che fra scalpore di temi non alla portata di tutti e un tratto percepito come non alla moda, vecchio, vintage, le cataloga inconsapevolmente in un registro di nicchia. I Classici, qualunque forma, per essere apprezzati, conosciuti e quindi amati, vanno gentilmente deflettati dal loro simbolico posto di una mensola polverosa e palesati, promossi, gratificati.



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le immagini sono tratte dall'Artbook "The 65th Anniversary of the Painting Industry, Hideko Mizuno Painting Collection: Rose Dance" / Genkosha 2020





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