domenica 11 aprile 2021

WATA NO KUNI HOSHI di YUMIKO ŌSHIMA

Questa storia inizia in un giorno umido di pioggia, quando il rōnin diciottenne Tokio, che vive uno stato depressivo dovuto all'incapacità di superare gli esami di ammissione, raccoglie per strada una gattina bianca, abbandonata.

La sua famiglia accoglie la piccola Chibi-Nekko, nonostante la madre sembra avere una fobia verso i gatti, sperando che questo migliori l'umore del figlio. Quello che leggiamo sono i sentimenti e i pensieri della gattina, che è fermamente convinta che tutti i gatti crescendo diventino umani e quindi, anche lei lo sarà un giorno.

Così, da una parte seguiamo il quotidiano della gattina che osserva curiosa un mondo pieno di meraviglie di cui stupirsi: il treno che sfreccia, le foglie che abbandonano gli alberi, l'uso della nostra toletta senza la sabbia, il cibo degli umani, e mentre i suoi sentimenti per Tokio diventano più forti, incontra il gatto dalla pelliccia argentea Raphael che le rivela che i gatti nascono come tali e non diventano mai umani e che lei diventerà una bellissima gatta siamese e, come tale morirà. E' il ciclo della vita e quando l'anima lascia il corpo si finisce a Cottoland, il paese di cotone, un grande, infinito bianco campo. Le chiede di stare con lui e che le mostrerà la vita dei gatti, che la vicinanza con gli umani l'ha solo confusa, ma Chibi incapace di credergli fugge via.

Eppure si rende conto dell'interesse che Tokio prova nel conoscere Mitsuko, una ragazza che studia Legge, per onorare la memoria del padre avvocato, venuto a mancare. Scappa di casa, in cerca di Raphael, fin quando cercata da tutti, è la madre di Tokio, che vincendo la sua paura, le si avvicina dopo averla trovata e Chibi leccandole le lacrime che rigano il viso, percepisce un sapore misterioso.

Nelle tavole ariose c'è un sapiente e netto uso di bianco e neri, che si stagliano a tutta pagina anche per concretizzare i sentimenti e gli stati d'animo della protagonista. Insieme a lei, anche altri gatti che compaiono, sono ritratti come antropomorfi e questa piacevole incongruenza, nonostante sappiamo che nella storia tutti li vedano come semplici gatti, a profondere una dolcezza straordinaria, un punto di vista inaspettato, grazie agli occhi ingenui di Chibi che impara ogni giorno nuove cose: il corteggiamento tra un gatto maschio e un gatto femmina del suo quartiere, le fotografie dove si vede ritratta piccolina senza sapere come sia possibile o una foto della Persia, paese da dove le è stato detto di venire. Decide che andrà in Persia, una notte di luna piena, superando le case e i grattacieli, proprio dove alle spalle di uno di essi, c'è un grande campo, perché ricorda esattamente la foto che ha visto e c'era una natura incolta e selvaggia.



Il pensiero di andare in Persia, scoprire le proprie origini, non abbandona la gattina Chibi, così un giorno, durante un giro nel quartiere incontra Buchi, un gatto maschio di 6 mesi e insieme si avventurano verso la stazione, sfuggendo ad un ladro di gatti, alle insidie e alle illusioni della città. Non sempre tutto quello che luccica è oro.
L'ingenuità della protagonista che dichiara di avere 2 mesi appena, è la metafora di quanto ogni esperienza nuova, a volte pericolosa, affascinante, sia un bagaglio necessario attraverso la crescita, che sia quella come essere nel mondo piuttosto che di giovane donna, sembra suggerire l'autrice. 
Ogni episodio è un piccolo gioiello di lettura, anche nel successivo Chibi sempre coccolata, sperimenta la solitudine, quando in visita ad una zia, la famiglia Suwano parte, lasciandole una montagna di croccantini. In attesa del loro rientro, senza  capire lo scorrere del tempo, si addormenta esausta. Si sveglia pensando di essere stata nuovamente abbandonata e gli si presenta uno strano mago che la tranquillizza dicendole che, essendo piccolina e carina, troverà qualcuno che vorrà adottarla. In un panegirico di situazioni, finisce col scappare dalla casa di una coppia di bambini troppo affettuosi, dalla festa dei gatti del quartiere, in lacrime, chiama Raphael, che alla fine compare e danza con lei. La voce della mamma Suwano echeggia, forse è stato tutto solo un sogno? pensa la gattina, svegliandosi nella sua cuccia, circondata dai loro visi.
Esplorando le vie di quartiere conosce i commercianti dei negozi di pesce ostili, eleganti gatti da appartamento, mamme gatto affettuose che hanno dato alla luce i propri cuccioli, gatti randagi e altri gatti abbandonati, ma continua a esplorare le emozioni più pure come la felicità alla fine di un buon pasto, la delusione quando non riesce a capire i comportamenti degli altri, la sorpresa della pioggia, la riluttanza del primo bagno. 


Con una poesia semplice, la Ōshimi ci conduce attraverso gli occhi della gattina in quel quotidiano che ci appartiene e per cui è facile riconoscersi e trovare empatia, le minuscole diversità che sono la somma dei comportamenti, delle emozioni tout court.
D'altronde il tono introspettivo merita quella lettura senza la fretta assillante del colpo di scena, dell'analisi testuale per ricavarne elementi con significati reconditi. 
Siamo nel territorio delle favolose autrici del Gruppo 24, capace di riscrivere lo shoujo con una rara attenzione alla psicologia, al contesto, alla trama, pur sviluppando ognuna un proprio stile preciso. 
Vincitrice del premio Kodansha nel 1978, con questo manga, la Ōshimi, ha scritto molte storie dolciamare, la passione e l'amore per i gatti è presente nella sua produzione più recente, infatti dopo la morte del suo amato gatto Saba ha sofferto di depressione ed è stata operata anche per tumore e solo l'arrivo di Goo Goo raccontata attraverso il suo lavoro le ha ridato serenità e calore.
Nel nostro recente e dovuto recupero delle grandi scrittrici e mangaka, dopo la Hagio e la Takemiya è indubbio che la stessa Ōshimi (insieme alla misconosciuta Ryouko Yamagishi) meriti di essere pubblicata anche qui in Italia, nel presupposto, di ampliare le proprie conoscenze di un periodo particolarmente felice di inventiva con storie universalmente riconosciute come classici della produzione manga.






























le illustrazioni sono tratte dall'artbook uscito nel 1980 per la HAKUSENSHA.












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