sabato 25 settembre 2021

KEIKO TAKEMIYA · 竹宮 惠子 | mangaka (prima parte)

Quando lessi per la prima volta la trama del "Poema del vento e degli alberi" e, successivamente, cercai disperatamente le scan del manga originale e una traduzione in qualsiasi lingua occidentale, nessuno di noi appassionati lettori e curiosi di manga classici, si sarebbe aspettato una sua pubblicazione, erano i primi anni 2000 e quello che veniva pubblicato in Italia erano epigoni di Dragon Ball, Naruto o titoli che potessero vendere le stesse cifre. 
Il Poema è un romanzo disegnato che, contestualizzato, come ogni manga di un certo periodo, merita un'attenta ma doverosa lettura per diversi ed importanti motivi: un manga che trascende il genere shoujo di appartenenza con elementi che lo hanno contraddistinto per unicità e che ancora oggi, a oltre 40 anni dalla sua prima pubblicazione, lo impongono nel panorama universale dei classici. Il Poema è una storia feroce di passione, di amore quindi, di scoperte, di violenze e torture, viste attraverso gli occhi dei suoi protagonisti appena adolescenti, il che, esponenzialmente, è quello che turba ancora di più la lettura, un vortice terribile e quella lenta discesa nelle pieghe della psiche umana fatta di traumi e slanci incomprensibili.

Nel 1971 Moto Hagio sperimentava nel racconto Juuichigatsu no Gymnasium (Il novembre del ginnasio) la relazione platonica ed amorosa tra due ragazzi nelle mura di un istituto europeo, tema che avrebbe sviluppato nel 1974 nel "Cuore di Thomas" ma un anno prima, nel 1970 è ascrivibile come il battessimo del primo shonen-ai nel breve racconto, "In the Sunroom" proprio di Keiko Takemiya. Chi ha letto "Il suo nome era Gilbert" ha finalmente potuto conoscere la genesi che ha portato la mangaka Takemiya alla creazione del suo iconico personaggio protagonista del Poema e alla sua ferrea determinazione di raccontare una storia inusuale, proponendola al suo editore per diversi anni prima di riuscirci, creando di fatto, uno spartiacque, un prima e dopo, nell'editoria giapponese e nel suo genere. 

Keiko Takemiya nasce nel 1950 nella prefettura di Tokushima, disegna manga fin dalle scuole medie ma è la lettura di Ryujin Numa di Shotaro Ishinomori (Cyboorg 009, Kamen Ryder) la sua vera epifania che le fa intraprendere la carriera di giovanissima mangaka, lasciando gli studi e partecipando alla doujinshi "Treasure Island" e infine nel 1970, anno del suo trasferimento a Tokyo, memorie raccontate appunto nel suo nome era Gilbert, in cui condivide un appartamento addirittura con la stessa collega Hagio, nel cui famoso Salone Oizumi satellitano tante giovani colleghe e promesse Ryoko Yamagishi, Yukiko Kai, Nanae Sasaya, Aiko Ito, Shio Sato, Mineko Yamada e la stessa Norie Masuyama amica delle due. In questa fervida fucina, attraverso un quotidiano vissuto, si intessevano vere e proprie collaborazioni, discussioni e confronti su quello che poteva e doveva essere raccontato nelle pagine degli shoujo manga. Attraverso un vero e proprio atto politico, le opere shoujo finalmente si dibattevano e acquisivano un proprio valore letterario e un'identità affrontando argomenti fino ad allora inusuali e controversi. 
Il cambiamento era in atto e il contesto storico lo favoriva, figlio della controcultura degli anni '60 e di una ribellione che aveva sempre rilegato il ruolo della donna mangaka peraltro, ad una posizione minore rispetto al suo contraltare maschile. Stilisticamente, il Gruppo 24 (corrispondente al 24simo anno dell'era Showa in Giappone in cui erano nate, ovvero il 1949 nel nostro calendario gregoriano), metteva l'accento sulla psicologia dei personaggi spesso sovrapponendo sfondi, dialoghi in un unico processo emotivo e narrativo che di fatto rompe la narrativa standard. Ognuna attraverso un sottogenere, indaga la natura umana, introducendo stilemi, come l'attenzione sul genere, con personaggi che si pongono e pongono domande sull'identità, oggi una questione attuale, che sposta il quid oltre l'accezione puramente sessuale e un genere, lo shoujo appunto, ignorato fino ad allora, da semplice intrattenimento a veicolo di autoespressione per l'autore.
Gli inizi della Takemiya non sono semplici, perché cerca disperatamente un contenuto a lei affine e una dimensione personale in cui sfogare pulsioni e stili e sogni e storie che spesso non trovano sempre un adeguato riconoscimento dagli addetti ai lavori. Questo, risulta evidente nel suo memoir, nella misura in cui la sua compagna di casa Moto Hagio, riesce a destreggiarsi già con padronanza in racconti brevi dal taglio personalissimo e riconoscibile, fino a quasi l'immediato successo del famoso Clan dei Poe del 1972.
L'ascesa della mangaka, nell'Olimpo dei grandi, comincia nel 1974, quando sul magazine Sho-Comi inizia la serializzazione di Pharaoh no Haka (La tomba del Faraone), un affresco storico ambientato nell'antico Egitto tra sabbia, leggende, vendette, guerre. La storia comincia con  Sariokis,  secondogenito della famiglia reale di Estheria, una piccola nazione egiziana che viene invasa dalla più grande e spietata Urgina. Il luogo viene raso al suolo e Sariokis riesce a malapena a sopravvivere, dopo aver fatto gettato sua sorella minore Nairukia nel Nilo nel tentativo di salvarla dai soldati che cercano di ucciderli. Viene infine catturato e insieme ad un gruppo di sopravvissuti portati a Urgina come schiavi e costretti a lavorare sulla futura tomba del giovane re malvagio, Snepher. Ma ovviamente, non perde mai il suo orgoglio e il suo naturale portamento regale, determinato, tuttavia, a vendicarsi del re che gli ha preso tutto. Come narrato nel suo memoir, la storia iniziale, che si ispirava fortemente sui caratteri e fenotipi del manga shonen, quindi sullo scontro sui due rivali, cambiò su suggerimento dell'editore, dirottando il focus sulla storia d'amore che creava suspence tra la sorella Nairukia e Snepher, l'artefice della disfatta del suo impero. Questo escamotage, permise alla Takemiya di aggiungere un elemento stratificato alla storia che contribuì ad alzare il gradimento della stessa, da cui dipendeva in sorte, l'eventuale pubblicazione del Poema. Nel corso degli 8 volumi originali, arricchisce la storia con frammenti narrativi che creano il pathos, anche se, sappiamo che alla fine ci sarà un capovolgimento e che il bene trionferà, ma è il come che rende tutto interessante.




























tavole dal primo volume edizione bunko 







tavole dal 4 e ultimo volume edizione bunko 

Lo stile di disegno della mangaka cresce notevolmente durante i 2 anni di serializzazione, i colori, le anatomie e la bellezza nelle tavole a colori e nelle illustrazioni è evidente, il destino a volte imprevedibile, finalmente gioca i suoi assi a favore della stessa, quello che tra appunti, schizzi, chiacchiere durante il soggiorno condiviso nel Salone Oizumi era aleggiato per tanto tempo, diviene realtà: sul numero 312 del febbraio 1976 di Weekly Sho-Comi debutta l'opera di una vita : Kaze to Ki no Uta (Il Poema del vento e degli Alberi) : copertina, 8 pagine a colori, sulla stessa rivista che ospitava Moto Hagio (e che aveva sulla stessa disegnato Il cuore di Thomas), Masako Watanabe colonna storica dello shoujo, Ryoko Takahashi (a noi sconosciuta, ma grande interprete della commedia shoujo romance e assai popolare in quegli anni), Kimiko Uehara (anche lei misconosciuta a noi, ma prolifica autrice tra melodrammi storici e romance e spokon), il Senrei di Kazuo Umezu (Baptism in Italia), la bravissima Kazuko Makino (altra perfetta sconosciuta di cui presto cercherò di parlare) e l'altrettanto brava Yumiko Oshima. 










Chissà quali sentimenti agitavano le corde del cuore della mangaka, finalmente riuscita nell'impresa di presentare la sua opera tanto agognata, che nelle prime pagine mostra subito il tenore della storia, 2 adolescenti maschi a letto, un ragazzo dalla bellezza eterea e diafana che incarna il peccato, relazioni incestuose tra studente e professore...praticamente uno shock! Quello che la Hagio aveva solo suggerito, dosando con parsimonia in un registro di amori platonici all'interno di un collegio della Germania di metà secolo novecento, le pulsioni sessuali, i desideri e le relazioni cameratesche, la Takemiya lo esplicita senza veli e lo rende attraverso il suo protagonista Gilbert Cocteau, la fiamma del peccato dello stesso racconto contrapposto all'introverso e sensibile Serge Battour, suo compagno di stanza.
3250 pagine circa di colto fumetto, che non risparmia di descrivere l'abisso della solitudine e della perdizione, i vizi più miserabili e i desideri più spietati e reietti dell'umanità che si deflagrano nel corpo privo ormai di innocenza di Gilbert in un turbinio senza fondo. Molti passaggi sono un pugno allo stomaco, sembra quasi che un ritrovato sorriso sia solo una parentesi nella vita dei due giovani amanti destinata ad assoggettarsi a nuovi e più infidi comportamenti che prescindono dalla loro volontà.
L'omosessualità velata o dichiarata qui è solo il pretesto per raccontare una parabola di amore dolce, tenero tenerissimo ma anche violento ed inaudito, sconvolgente proprio per questo. Siamo nei pressi di quella letteratura che voleva incarnare l'omosessuale come degenerato, invertito e non consono a sani principi (cattolici e istituzionali), infelice, deriso, vittima compiacente e infine giustamente destinato ad una fine certa miserabile, talvolta prematura. Oppure, altresì, protagonisti dissoluti, che bruciano la loro vita come la fiamma di un cerino, meteore bellissime e inarrivabili. Negli Angeli Malvagi di Eric Jourdan, nello stesso Maurice di E. M. Foster, nelle pagine del bellissimo Esule di Capri di Roger Peyrefitte o dello stesso Le amicizie particolari, La morte a Venezia di Thomas Mann o Agostino di Alberto Moravia, si possono ritrovare figure dell'altra metà del cielo, che percorrono la loro vita quasi lontani dalla grazie di Dio, quasi destinati a scoprire, vivere e sopravvivere alla loro conditio o comunque senza quella sicurezza intoccabile, quell'esperienza maturata e quella crescita che oggi riteniamo doverosa, comunque auspicabile, in un contesto in cui i pregiudizi devono essere ammoniti, scoraggiati e combattuti.
La storia di Gilbert e Serge, di sangue zingaro inizia tra le stanze di un collegio alle porte di Arles nella Francia di fine ottocento, il manga, si dilunga sulla loro crescita fisica e interiore, dal germogliare della loro relazione in quell'intervallo pieno di insicurezze che è l'adolescenza, di tentazioni, in uno spazio chiuso come quello di una scuola maschile, attraverso prevaricazioni, bullismo, sadismo, violenze appunto, che hanno generazione dopo generazione addolorato, profondamente toccato il cuore di migliaia di lettrici e lettori. Il Poema non è una lettura semplice (perché dovrebbe esserlo infondo?), non lo consiglierei incautamente a chiunque non fosse sufficientemente preparato. 
L'opera proseguì dal 1976 al novembre del 1980, come apprendiamo sempre dal memoir, riuscendo a vincere lo Shogakukan Manga Award, nello stesso anno, con l'altra opera Verso la Terra... (To Terra...) della stessa Takemiya, manga fantascientifico pubblicato su Manga Shounen.
Nel 1990, all'interno delle pagine del mensile bibbia June magazine (di cui presto bisognerà parlare), la Takemiya riprende la storia del Poema, sotto forma di romanzo scritto proprio dall'amica Norie Masuyama, a cui lei collabora, con le illustrazioni, proseguiranno fino al 1994; questo porterà a 3 romanzi che proseguono appunto la storia dopo la fine del manga dal titolo Kami no Kohitsugi - Agnus Dei- (Agnus Dei è un'espressione evangelica in lingua latina che significa Agnello di Dio e si riferisce a Gesù Cristo nel suo ruolo di vittima sacrificale per la redenzione dei peccati dell'umanità.)

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La storia inizia con Fran, una ragazza di 19 anni, studentessa di musica al Conservatorio di Parigi che cerca informazioni sulla vita di Serge Battour e per questo entra in contatto con la ricchissima famiglia Battour e il giovane ragazzo di 16 anni che gli risponde: Henri Battour.
Fran diventa come una sorella maggiore per Henri, adottato in tenera età dal visconte e dalla viscontessa Battour che non hanno figli.
Intanto sappiamo che Serge, era all'Università di Parigi con Pascal e che si innamorò di una donna di nome Irène che aveva una strana somiglianza fisica con il compianto Gilbert… si sposò presto ed ebbero un figlio unico di nome Leone.
Il matrimonio divenne presto infelice; all'età di 30 anni Serge rompe con Irène e dopo aver vissuto altrove accetta da Karl il lavoro come insegnante di musica a Lacombrade.
Henri e Fran scoprono la vita di Serge con l'aiuto della famiglia Biquet e Victor, un uomo di 30 anni che diventerà presto l'amante del giovane Henri.
Scopriranno anche Gilbert e si renderanno conto dell'importanza che ha avuto nella vita di Serge e cercheranno di saperne di più su di lui con i deboli indizi che hanno.
Leggeranno le lettere di Pascal e Serge e anche il diario di Karl per cercare di saperne di più.
L'avventura tra Henri e Victor si conclude alla fine del primo volume, anche se i due amanti rimangono molto vicini da allora in poi. Victor diventa un prezioso confidente per Henri.


Henri e Fran continuano la loro indagine sul passato di Serge e anche di Gilbert Cocteau, che li condurrà alla casa della famiglia Cocteau, dove non troveranno alcuna traccia di Gilbert sull'albero genealogico.
Henri deciderà a seguito di un incidente di pubblicare annunci sul giornale per cercare informazioni su Gilbert Cocteau. Verrà contattato da un uomo in possesso dei taccuini di Bonnard contenenti i disegni di Gilbert.
Nel frattempo, Henri diventerà il nuovo visconte di Battour in seguito alla morte accidentale dei suoi tutori. È durante un ricevimento in suo onore che Henri riceverà una lettera con una copia dei disegni di Gilbert realizzati da Bonnard e una telefonata da un certo M.A.O.
In realtà è Matthieu Alexandre Olivier che compare verso la fine del secondo romanzo ed è descritto come un bel ragazzo di sedici anni in ribellione contro il padre. Henri ne rimane subito affascinato, ma allo stesso tempo il suo sospettoso comportamento lo rende diffidente.


Henri e Fran continuano a cercare informazioni sulla vita del defunto Serge, ma, solo questo strano ragazzo, Matthieu, sembra avere delle informazioni in possesso.
A seguito di un incidente, Henri diventa sempre più sospettoso nei confronti di Matthieu, ma non riesce a resistere all'impulso di vederlo. Durante una sera, Henri viene di nuovo quasi violentato da Gustave, ma Matthieu viene in suo aiuto e lo salva. In seguito a questo incidente, i due ragazzi si avvicinano e fanno l'amore per la prima volta insieme in un albergo.
Scopriamo di più sul passato di Matthew, abbandonato in un orfanotrofio dopo la morte dei suoi genitori. Lì incontra il signor Olivier che lo adotta.. ma finisce per ferirlo e Matthieu fugge e vaga per le strade, iniziando a prostituirsi con uomini ricchi.
Fran e Victor vogliono fare di tutto per tenere Henri lontano da Matthieu, ma il giovane Visconte decide diversamente e decide di scappare con Matthieu alla Gare de Lyon.
Matthieu porta il giovane Henri a Marsiglia al castello di Chérubin de la Mer, il luogo dove è nato e cresciuto Gilbert Cocteau, ma gli eventi precipiteranno in seguito all'arrivo inaspettato di Jean-Pierre Lebeau, capo di Matthieu e proprietario del castello. Lo stesso farà del male ai due ragazzi, Matthieu per salvare la vita di Henri, rischia la sua stessa vita... mettendo fine anche a quella di Jean-Pierre.
Apprendiamo in seguito agli ultimi eventi di Victor che Matthieu era un discendente di Gilbert, ma che  non ne era a conoscenza e Jean-Pierre, ossessionato dalla storia di Gilbert Cocteau, approfittò dell'angoscia di Matthieu per avvicinarsi a lui.
Henri continuerà a vivere, mantenendo la promessa fatta a Matthieu e farà visita al signor Olivier che gli regalerà un album di foto ricordo di Matthieu.

Inoltre, nei romanzi veniamo a sapere che Patricia rimane innamorata di Serge fino alla fine, pur rimanendogli accanto silenziosamente anche durante il matrimonio, che avviene nonostante Pascal sia effettivamente contrario. La somiglianza fisica di Irène con Gilbert, ha finito col torturarlo emotivamente e dopo essere tornato al Lacombrade, ebbe una relazione con un giovane studente, prima di morire intorno ai quarant'anni. Nel 1991, la Takemiya realizza una breve storia con protagonisti Jules e Rosmarine, in appendice all'artbook Chérubin de la Mer, che contiene nuove illustrazioni per la ristampa completa della sua opera omnia in 44 volumi.


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Il resto citando divenne mito e il mito, leggenda.  Keiko Takemiya, di fatto è stata l'artefice di un profondo passaggio negli shoujo manga in cui i personaggi femminili erano le protagoniste di storie in cui attraverso difficoltà, alla fine, coronavano il loro sogno (d'amore). Ovviamente, durante la sua lunga pubblicazione, non furono poche le critiche, ma oggi, siamo assolutamente d'accordo a ritenere l'importanza del Poema che ha permesso alla generazione di mangaka appena successiva di lasciarsi ispirare e creare opere che sono riconoscenti e debitrici dell'opera nera che è il Poema. Se, siano stati o meno solo pruriginosi feticci che si sono instillati nella fervida immaginazione della mangaka e che ostinatamente non l'hanno più abbandonata, è irrilevante. D'altronde, si parla spesso di desideri latenti per vengono esauditi attraverso la soddisfazione di bisogni reali: quello che ha fatto la Takemiya è stato aprire il vaso di Pandora, mostrare e accontentare un mercato che negli anni esponenzialmente è cresciuto, che in maniera timida e poi sempre più orgogliosa e spavalda, era ed è interessato a quello che accade in camera da letto tra due maschietti. 
I personaggi macchiettistici, ambigui, così affascinanti ma allo stesso tempo delicati da risultare eterei e  inarrivabili lasciavano la scena agli archetipi che la Takemiya aveva plasmato, seppure nell'incarnazione di due adolescenti, come lo ying e lo yang, maschile e femminile, luce e ombra che, ancora oggi, impera a distanza di decenni nella produzione manga con caratteri influenzati da un subcultura a tratti pariodistica che vuole ruoli sessuali assegnati e ben precisi: la parte maschile nella storia, dai tratti forti e quindi attivo e l'altro dall'aspetto efebico, la parte femminile e quindi passivo. L'infinita produzione del genere si è nutrita di questo canovaccio usato come pretesto per storie che col tempo, hanno perso ogni caratteristica introspettiva per gratificare il pubblico femminile, assiduo consumatore, con scene di sesso esplicito che saziavano la fantasia e una vera e propria sessualità.
Nel 1978, la Takemiya viene chiamata da un editore indipendente a tenere a battesimo June, il primo magazine per ragazze con contenuti omoerotici, storie brevi, racconti, servizi fotografici artistici di giovani ammiccanti, tutto giocava con l'ambiguità e l'identità grazie anche a personaggi, attori o cantanti come David Bowie che attraverso i suoi personaggi, affascinava, proponendo un nuovo tipo di maschio, quasi una creatura aliena, esotica e perturbante. Saranno le copertine per anni, della mangaka a fare la storia, insieme al debutto di tante mangaka che nelle pagine di June firmano i loro primi racconti o che incoraggiate da un successo crescente, vi collaborano anche occasionalmente.


Senza il Poema, non ci sarebbe stato il rapporto morboso, ossessivo di Zetsuai 1989: la storia del cantante popolare, Koji Nanjo, che incontra Takuto Izumi, un ragazzo che porta con sé un passato solitario, entrambi cercano di resistere ai loro sentimenti mentre pensano l'uno all'altro e scivolano in un amore proibito. La popolarità dell'autrice Minami Okazaki, che veniva dalle doujinshi, crebbe in maniera esplosiva, grazie ad un tratto etereo, con protagonisti esili, slanciati, tanto che il seguito Bronze, proseguì le pubblicazioni fino al 2006. Oppure il famoso Kizuna di Kazuma Kodama, del 1992, tra yakuza, kendo e scene ad alto tasso adrenalinico ma sempre rispettose di una storia solida con personaggi caratterizzati. Ma siamo già nel territorio Yaoi, dove nella concezione della storia, si 
sposta l'attenzione sul lato fisico e sessuale. Ovviamente il genere di pubblicazioni negli anni è mutato, arricchito di segmenti, quindi oggi parlare di manga gay può non identificare un genere preciso: gli stessi yaoi sono comunemente chiamati BL (Boy's Love), ma esistono anche i Bara manga (scritti e disegnati da autori maschi per un pubblico maschile principalmente), fino ai Gachi Muchi o gli Omegaverse.
Oggi il genere yaoi, mentre scrivo, vive in Italia un momento di successo tale che tutte le più importanti case editrici pubblicano titoli regolarmente e un giovane pubblico affascinato e più smaliziato da una cultura non più sommersa, segue con lo stesso particolare piacere le vicende di protagonisti che spesso, ripropongono con una sorta di déjà-vu, il teorema maschio alfa attivo versus maschio indifeso passivo condite da tradimenti, lacrime, sesso selvaggio o comunque animalesco, ansimi e lacrime.
Il manga gay o con tematiche e/o protagonisti shonen-ai ovviamente non è solo quello più recente, ma anzi, esistono storie bellissime, che in un passato recente hanno raccontato con sensibilità, comicità e anche drammaticamente storie che andrebbero conosciute, per capire com'è e dove è nato un genere costola dello shoujo, sicuramente sono alcuni tra i più importanti rappresentanti Mari to Shingo (Mari e Shingo) di Toshie Kihara, Banana Fish di Akimi Yoshida, Nemureru Mori no Binan (Sleeping Beauty Boy) di Wakuni Akisato e il seguito Tomoi, Nijinsky Guuwa (The Allegory of Nijinsky) di Kyoko Ariyoshi, Patalliro di Mineo Maya, New York New York di Marimo Ragawa, Killa di Waki Yamato, Touring Express di Masumi Kawasou, Zankoku na kami ga shihai suru di Moto Hagio.

In definitiva il successo che ha regalato Gilbert a Keiko Takemiya possiamo dire che sia pari a quello di Oscar per Riyoko Ikeda; entrambe hanno disegnato pagine bellissime e manga successivi che hanno incontrato il favore del pubblico, ma il quid di questi personaggi che piegano la barriera bidimensionale per apparire vivi, in tutta la loro tragicità, densi di emozioni, contraddizioni li rende assolutamente reali.


















































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le immagini pubblicate sono tratte dall'artbook CHÈRUBIN DE LA MER di Keiko Takemiya - © 1991





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